MALAN, FANTETTI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
a causa dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea gli uffici consolari italiani in quel Paese, già normalmente oberati di molto lavoro, sono oggi oggetto di un numero particolarmente grande di richieste;
purtroppo, i numerosi italiani che vivono oltre Manica, già in difficoltà per i riflessi nei loro confronti della particolare situazione politica, non trovano risposte adeguate presso gli uffici consolari;
dei tre uffici consolari onorari, che si aggiungono alle sedi di Londra e Edimburgo, uno, quello di Greenok, è aperto per quattro ore alla settimana e un altro, quello di Glasgow, solo per due;
alcuni numeri di telefono indicati nella rete consolare risultano inesistenti o non disponibili, si lamenta che i messaggi di posta elettronica non vengono letti; giungono anche segnalazioni di cittadini che, in mancanza di risposte presso gli uffici consolari, si rivolgono all'ambasciata, ma con esito analogo;
l'iscrizione telematica all'AIRE richiede diversi mesi;
il consolato generale invia alcune risposte agli interessati ammettendo di essere a conoscenza delle difficoltà dell'utenza e prospettando tentativi di migliorare il servizio, facendo però presente che, nonostante il numero degli italiani nel Regno Unito sia in continua crescita e giunto a circa 700.000, gli organici siano rimasti gli stessi; viene altresì riferito che l'ufficio passaporti di Londra riceve oltre 110 persone al giorno ed emette 2.500 passaporti al mese;
la prenotazione on line dell'appuntamento per ottenere il passaporto, anche se fatta negli orari serali consigliati dal consolato, non trova disponibilità prima del 2021, tempo ovviamente incompatibile con le necessità degli utenti;
il sito del consolato ricorda la possibilità di ricorrere alla procedura di urgenza, per la quale non è necessaria la prenotazione, ma informa altresì che, alla luce dei tempi di attesa e in ragione del numero di utenti regolarmente prenotati, al fine di assicurare un trattamento equo nei confronti di questi ultimi, vi è un limite all'accesso delle procedure di urgenza la cui chiusura potrà essere valutata in base al numero di utenti in possesso di regolare appuntamento;
si informano i connazionali che si avvalgono delle procedure di urgenza che è sempre possibile che il servizio passaporti d'urgenza venga sospeso e rimandato al giorno successivo, l'urgenza, scrive il consolato, deve essere giustificata da gravi motivi familiari o di salute, comprovati da certificato medico di una struttura pubblica, redatto in lingua italiana (se redatto in altra lingua occorre provvedere alla traduzione ufficiale in lingua italiana o inglese) nonché dalla presentazione della prenotazione del volo, o altro titolo di viaggio, oppure da: improrogabili necessità di lavoro comprovate da richiesta motivata e dettagliata su carta intestata del datore di lavoro, nonché dalla presentazione della prenotazione del volo, o altro titolo di viaggio; la richiesta del datore di lavoro deve essere firmata da chi ricopre incarichi dirigenziali e deve riportare l'indicazione del nominativo di chi firma, il ruolo ricoperto ed il numero di telefono; in ogni caso i benefici della procedura d'urgenza per motivi di lavoro non potranno in alcun modo essere estesi anche ai familiari del titolare;
il consolato precisa, altresì, che non costituiscono motivo d'urgenza le prenotazioni di visite mediche, da effettuare in Italia o in altri Paesi, che siano effettuabili nel Regno Unito, i certificati medici dai quali non si evinca chiaramente la presenza di una condizione medica di una certa gravità, biglietti aerei o lettere di parenti, conoscenti, dimostrazione di impegni lavorativi urgenti comprovati da messaggi ricevuti via email, autocertificazioni del richiedente su situazioni di urgenza o emergenza non comprovate da adeguata documentazione in supporto, nonché le gite scolastiche; ad esempio, un imminente matrimonio non costituisce motivo d'urgenza;
i nostri concittadini nel Regno Unito si trovano dunque privati degli elementari diritti civili, poiché uno straniero senza passaporto valido rischia addirittura l'espulsione e in ogni caso incontra enormi ostacoli nella vita quotidiana, a maggior ragione quando il Regno Unito sarà a tutti gli effetti fuori dall'Unione europea;
poiché tutte queste pratiche comportano il pagamento di una tariffa di 103 sterline per la procedura normale e 148 per l'urgenza, emerge che lo Stato viene privato di un'entrata ampiamente sufficiente a ripagare il personale aggiuntivo necessario,
si chiede di sapere:
che cosa intenda fare il Governo rispetto alla grave situazione degli uffici consolari italiani nel Regno Unito;
come mai non si sia provveduto nei mesi scorsi all'adeguamento del personale alle esigenze dei concittadini italiani che si trovano nel Regno Unito;
come si possa giustificare il mancato introito dovuto al mancato rilascio dei passaporti;
se il Ministro in indirizzo non tema che qualche cittadino possa chiedere i danni per le conseguenze negative dovute alla mancanza di passaporto.